Spesso, nei momenti di difficoltà, cerchiamo conforto nel cibo. In breve, mangiamo per placare uno stato di tensione emotiva, di ansia o di tristezza. Naturalmente, questo tipo di appetito non ha nulla a che fare con la fame in senso stretto. Non mangiamo perché il nostro corpo ce lo chiede ma perché il nostro sistema nervoso ce lo impone. È quella che, infatti, si chiama fame nervosa. Purtroppo, in genere, non si cerca sollievo sgranocchiando una carota o mangiando una mela o sorbendo una tisana, ma scegliamo cibi ipercalorici, ricchi di grassi, di sale o di zuccheri (il cosiddetto comfort food, per l’appunto). La fame nervosa, insomma, andrebbe contenuta e non assecondata, non solo per una questione di linea ma anche per un discorso di salute. Esistono alcuni piccoli trucchi che possono aiutare a resistere all’impulso di svuotare frigo e dispensa e a combattere la fame nervosa.
Consapevolezza
Un primo passo, apparentemente semplice e banale, è quello di rendersi conto che si ha voglia di cibo non perché sia lo stomaco a chiedercelo ma per un riflesso quasi condizionato. È bene chiedersi che ore sono, quando si è mangiato l’ultima volta e quanto manca al pasto successivo. Rispondere a queste semplici domande aiuta a svelare l’arcano. Sembra poco, ma questo semplice processo può togliere legittimità alla voglia di aprire una busta di patatine o di far fuori una scatola di biscotti.
Scaricare la tensione
Se il problema è la tensione, una soluzione può essere quella di incanalarla e sfogarla in altre attività. Un’oretta in palestra o anche una semplice corsa in un parco possono aiutare a scaricare il peso emotivo che grava su di noi. L’attività fisica, soprattutto se fatta con regolarità, non solo stanca ma libera endorfine, sostanze chimiche prodotte dal cervello che svolgono un’azione sia analgesica che eccitante. Insomma, lo sport aiuta a raggiungere uno stato psicologico agli antipodi di quello che ci spinge in cucina.
Cosa mangiare e quando
Oltre ad assumere frutta e verdura e acqua, quando non si riesce a resistere all’impulso, andrebbero messe in atto anche altre strategie, in base alla fascia oraria. Per esempio, una colazione ben equilibrata e uno spuntino leggero a metà mattina, eviterà di farci arrivare affamati prima del pranzo. Stesso discorso a metà pomeriggio: meglio una merenda leggera e uno spuntino prima di uscire a cena, che arrivare famelici e divorare tutti i grissini del ristorante. Questi spuntini servono anche a interrompere la tensione emotiva che porta alla fame nervosa.
L’autoinganno
Non sempre però, si ha la possibilità di ritagliarsi un’oretta o più per fare un po’ di esercizi. Una soluzione ulteriore può essere quella di cedere alla fame nervosa ma solo in apparenza. Si ha voglia di mangiare qualcosa? Che si mangi. Il gesto di portare qualcosa in bocca e masticare può effettivamente liberare momentaneamente dall’ansia o dallo stress, ma è bene in questo caso mangiare ortaggi o frutta: carote, finocchi, sedano, mele ecc…
Integratori
Altri stratagemmi possono essere quello di bere molto, acqua o tisane, naturalmente nulla di alcolico o di industriale. In questo modo si dovrebbe ottenere un senso di sazietà che scoraggia eventuali “scivolate”. Anche mangiare lentamente è un’altra soluzione. Consumare i pasti prendendosela comoda consente al cervello di capire che la quantità di cibo ingurgitata è sufficiente e non ne serve dell’altro. Esistono anche integratori, per esempio a base di Garcinia Cambogia, di Glucomannano, di succo di citrus aurantium (arancia amara) o di triptofano. È bene sapere che esistono diversi tipi di fame nervosa per i quali sono indicati diversi tipi di integratori: consultate un esperto prima di decidere di assumerli.